“Nadie es alguien, un solo
hombre inmortal es todos los hombres.”
— Jorge Luis Borges, El Inmortal
cos’e’ lo yoga sciamanico
Lo yoga sciamanico è un cammino per raggiungere la consapevolezza. Una volta appreso, è in realtà un vero e proprio stile di vita. E’ una pratica antica che mira a creare un equilibrio tra mente, corpo e spirito, utilizzando la meditazione, le tecniche di respirazione consapevole e il movimento delle sequenze fluide per connettersi con l’energia della natura e delle forze spirituali. Gli insegnamenti dello yoga sciamanico permettono
di raggiungere uno stato di coscienza alterato, detto stato dell’estasi, che consente ai praticanti di accedere a livelli profondi di consapevolezza e intuizione. Oltre ai benefici fisici, come il miglioramento della flessibilità e della forza, lo yoga sciamanico può anche offrire un profondo senso di guarigione emotiva e spirituale, aiutando le persone a rilasciare blocchi energetici e a trovare un senso di pace interiore.
lo stato dell’estasi
Nello yoga sciamanico si inizia entrando in quello che si definisce uno stato ampliato di coscienza o stato dell’estasi. Di cosa si tratta? Ebbene da quando veniamo al mondo siamo nella mente. Sempre. Costantemente. La mente è quell’insieme incessante di pensieri da cui non abbiamo mai tregua. Ma cosa sono questi pensieri? Da dove vengono? Sono le voci del mondo, le voci delle persone con cui cresciamo, delle persone che ci circondano, le voci delle persone che parlano alla tv, in rete, nei libri che leggiamo. Quelli che definiamo i nostri pensieri sono in realtà tutte le voci della nostra vita. E le nostre rielaborazioni di esse. O forse le rielaborazioni, i ragionamenti sono anch’essi solo altre voci che si sovrappongono e si intrecciano alle prime… In questo chiacchiericcio incessante, dove sono IO? Cosa sono IO? Esiste un IO?
Esiste un SE’. Che è la nostra anima. Che è la scintilla divina che siamo. Che è TUTTO ciò che esiste. Che è l’anima del mondo, perché l’UNO è nel TUTTO e il TUTTO è nell’UNO. Perché tutto è SPIRITO SANTO, cioè Dio.
SO HAM, HAMSO, io sono Lui, io sono Quello…recitano i mantra: Tutto ha inizio nella CONSAPEVOLEZZA. E tutto ha fine nella CONSAPEVOLEZZA. La consapevolezza è tutto.
Lo scopo dello yoga sciamanico e della meditazione è entrare in contatto con il SE’. Spegnere la mente, aggiogarla, soggiogarla, yoga=giogo. Legare la mente a un palo e andare via. Spegnere il chiacchiericcio del mondo e sentire finalmente la nostra Anima.
Perché? Perché solo lì, nell’anima, è la nostra verità. Perché siamo qui. Cosa siamo venuti a fare. Quale è lo scopo della nostra vita, di questa incarnazione umana. Quando lasciamo spazio all’anima siamo con Dio, nella piena realizzazione di noi stessi. Infondo Dio non è che un’immagine dell’uomo, poiché l’uomo è fatto a immagine di Dio. E se riusciamo a stare fuori dalla mente, possiamo realizzare il surrender, la resa. Possiamo restituire il toro bianco al dio Poseidone. Possiamo restituire il frutto dell’albero della conoscenza, il controllo, il potere e tornare infine in Paradiso: con un atto di fede, cioè di fiducia. Riconoscendo socraticamente che io so di non sapere e perciò mi affido e mi fido. A Dio, alla mia Anima, all’anima del mondo, al Tutto, alla Grande Madre, ad Allah, a Budda, a Pacha Mama…Lascio il controllo, rinuncio alla Mente come strumento di controllo di tutto ciò che esiste, della mia vita, della vita dei miei figli…Io mi affido a Dio: Inshallah.
E così facendo sono nella gioia, sono nell’entusiasmo, sono nell’innamoramento che è quello stato emotivo in cui sono anche sempre felice, perché così si sente l’innamorato: scioccamente felice di tutto e di nulla, perché AMA.
Quando lascio il controllo realizzo che non è con la mente, con la ragione, con la razionalità, con il pensiero scientifico che posso governare la mia vita. Non finché la mente non si pone al servizio dell’Anima anziché al posto dell’Anima. Quando lascio il controllo non mi affido al fato, al caso o a un destino capriccioso e insensato. Quando lascio il controllo mi affido all’Anima. Riconosco cioè che la mia vita è solo una proiezione della mia Anima. Che la mia strada è quella che mi riporta a Dio. Riconosco che tutte le immagini, gli eventi, della mia vita provengono da me. Non mi sono caduti addosso. Non mi sono capitati tra capo e collo. E io non sono una vittima del destino. La vita non mi accade. La vita è come io la immagino, nel bene e nel male. La vita è la mia creazione, cioè la creazione di Dio. Se accetto di affidarmi a Dio, accetto che ho uno scopo. La mia vita ha uno scopo, la mia anima ha uno scopo, un obiettivo da realizzare. Per ritrovare Amore, per ritrovare Dio. Mi riassumo la piena responsabilità di tutti gli eventi della mia vita: la mia anima li ha stabiliti, la mia anima li ha voluti perché la mia anima li ha immaginati. Non c’è bene e non c’è male: tutto è puro per i puri. E solo ciò che posso immaginare, posso realizzare. Accetto che la mia mente riesce a vedere solo una piccola parte del grande disegno che è la mia vita in questa incarnazione. Ma la mia Anima sa. Perché è l’anima del mondo, è Dio stesso. E allora non può essere la mia mente al comando, deve per forza essere la mia Anima.
Lo yoga sciamanico utilizza i diversi pranayama, le respirazioni, il tamburo, il movimento ritmico e ripetuto per portarci fuori dalla mente e darci un’esperienza di stato ampliato di coscienza, una possibilità di ascoltare l’Anima. Lì, nella foresta immaginale, pratichiamo le asana che ci ricordano che noi siamo tutte le creature, siamo la natura stessa, siamo tutto ciò che è. Siamo anche tutti nostri antenati e tutti i nostri discendenti in un cerchio senza fine dove non esiste spazio e non esiste il tempo, in un eterno ritorno.
E sempre lì, nella foresta immaginale, entriamo in meditazione e impariamo il significato del GASHO, il mudra che unisce il visibile all’invisibile, la vita alla morte, il maschio alla femmina. Tutto è Uno e L’Uno è nel Tutto. Io sono il Tutto e sono anche l’Uno, io sono Lui, io sono Quello, il non nato, mai reale, mai irreale…
Lo yoga sciamanico è una via. Non l’unica, ma una via. Serve per comprendere, serve per evolvere, serve per vivere e non semplicemente sopravvivere.